E’ una ballata triste che descrive l’angosciante situazione di una donna costretta a subire i soprusi e le ingiustizie della vita, l’unica cosa che la spinge a non mollare mai e comunque ad andare avanti a testa alta è lo sconfinato amore per i propri figli.
Nonostante le tragedie che la colpiscono sembra che il destino le riservi un po’ di pace e serenità quando dalle sue parti arriva un po’ di benessere coinciso con l’inizio della costruzione della diga sul Vajont; ma il 9 ottobre 1963 la tragedia incombe e ripresenterà alla donna un conto salatissimo al punto che non le rimane che pregare Dio di venirla a prendere, “Vieni a prendermi, non ne posso più, portami in Paradiso che voglio dormire” sono le sue ultime parole.
La lettura di questo libro scivola via facilmente ed è piacevole anche soffermarsi a leggere la parte in dialetto per apprezzare il vero spirito di questa ballata.