Rugby break (XXVI) – Six nations, round 1

Sabato e domenica si è inaugurato il 6 nazioni 2010 e la prima è toccata proprio all’Italia in visita al Croke Park; che non fosse facile lo si sapeva da un po’, sinceramente io non mi aspettavo tanto di più di quello che abbiamo raccimolato anche perchè il divario tecnico tra noi e gli Irlandesi è palese.
Più o meno resistiamo un quarto d’ora, la mazzata ce lo da un semplice salto che innesca la volata di Trimble che esplora la pochezza difensiva di Robertson e si invola fino a 10 metri dalla nostra area di meta, viene fermato ma la ferita è profonda e nel giro di due fasi Heaslip segna la meta Irish.
Attorno al 26esimo minuto cominciamo a metterli in difficoltà in mischia e segnamo i primi 3 punti della giornata con Gower; O’Gara però ci riallontana subito e emerge disarmante la nostra poca abilità a ripartire efficacemente attorno ai raggruppamenti e in touche non ne prediamo veramente uno nè sui nostri lanci nè tantomeno sui loro.
Puntuale al 32esimo minuto il cartellino giallo per un inutile spear tackle di Garcia, Irlandesi ringraziano e O’Gara fissa, col piazzato, il risultato sul 16 a 3. Tre minuti dopo per noi è notte fonda, ennesima touche rubata e O’Leary segna la seconda meta.
Bontà divina vuole che a due minuti dallo scadere del tempo, su un calcio di Gower, Trimble e Kearney tentennino troppo e Robertson li punisce intercettando il calcio dell’estremo e segnando la meta che ci da un po’ di ossigeno.
Il secondo tempo non lo iniziamo neanche male, due touche vinte e il piazzato di Mirco, ma ancora una volta loro non ci dan tregua e O’Gara ripristina il divario.
Non è che non ci impegniamo fisicamente in difesa, il problema grosso è che quei pochi palloni che abbiamo in attacco non sappiamo gestirli e molto spesso li buttiamo addirittura via malamente.
L’unica emozione ce la regala il no look pass di Gower all’interno per la volata di Mirco che ha il sostegno del fratello però siamo già al minuto 79 e di lì a poco il match finisce.
Sulla partita non c’è da dire niente che non abbia già detto, loro sono una squadra intelligente, nel 6 nazioni il bonus non conta perciò col minimo sforzo han portato a casa il massimo risultato. Noi in difesa ci siamo però in attacco non sappiamo cosa fare, tante palle alte, molte anche mal tirate e poco poco attacco manovrato, credo che Garcia e Canale non abbiano quasi mai toccato il pallone; onestamente credo che sarà dura vincere una partita.

A seguire il match di Dublino è andato in scena quello tra Inghilterra e Galles.
Gallesi all’inizio molto indisciplinati e con poco possesso ma ben ancorati in difesa, Inglesi a tratti travolgenti e ben ispirati da Care. Il risultato rimane in bilico sul 3 a 3 fino allo sciocco sgambetto di AW Jones che cambia di fatto l’equilibrio della partita a favore dei bianchi della rosa che prima si portano sul 6 a 3 e poi, prima che il tempo finisca, segnano pure la meta con Haskell.
Dall’intervallo gli Inglesi rientrano in campo con rabbia e segnano subito proprio con l’ispiratissimo Care mentre i Gallesi sono palesemente in difficoltà con l’uomo in meno.
Ed è 20 a 3 quando rientra dal cartellino AW Jones, il suo rientro riaccende il Galles che rialza la testa ricominciando a macinare bel gioco fino alla meritata meta di Adam Jones. I dragoni ci credono e ci credono ancora di più quando al 70esimo Hook si inventa la perla della prima giornata: assolo solitario cambio direzione che lascia gelato Wilkinson e timbro finale in faccia a Care per il 20 a 17.
I Gallesi premono ancora ma uno scellerato passaggio al largo al minuto 75 viene intercettato da Armitage, sostenuto da Tait che infine libera Haskell per la doppietta di giornata che gli varrà anche il man of the match. Il 27 a 17 diventerà anche 30 a 17 finale col piazzato di Wilko.
Ora non è che a posteriori si può pontificare su una partita, vero è che lo sciagurato gesto di Jones ha lasciato i suoi in 14 a difendersi contro una squadra, l’Inghilterra, che non sarà nel suo momento migliore, ma se sente l’odore del sangue non si lascia certo sfuggire la preda; rimane quindi il fatto che in quei 10 minuti in cui il Galles è rimasto con un uomo in meno, gli Inglesi han segnato 17 punti.

La chiusura del primo turno è toccata a Scozia-Francia e devo proprio dire “mamma che Francia”, incontenibile, potente ma anche bella da vedere; in mischia Mas, Servat e Domingo hanno fatto il bello e cattivo tempo contro i loro pari ruolo orfani di Euan Murray, uno dei migliori piloni in circolazione.
Nel primo tempo la supremazia transalpina è stata impressionante, coronata anche da due mete di Bastaraud; Scozia che non si può dire che non ci porvi, anzi gioca bene e si difende come al solito da braveheart. Hanno il merito di non perdere mai di vista nel punteggio i propri avversari grazie al piede del solito Paterson arrivato a 99 caps.
Nel secondo tempo la Francia tira un po’ i remi in barca e non infierisce pur non lesinando belle azioni corali con ottimi offloads; Scozia che fa quello che può e limita i danni per un 18 a 9 finale che la premia anche più del dovuto.
Niente da dire sulla Francia, la favorita del torneo, ma che comunque deve stare attenta alle mine vaganti, leggi Millenium stadium. La Scozia, in più dell’Italia, hanno che san giocare bene a tratti sia con le terze linee, ottimi Johnnie Beattie e Kelly Brown, sia con i tre quarti; sarà dura batterli.


Domenica ho avuto l’occasione (grazie a Vittorio D’Anna) per andar a fare un po’ di foto di foto alla partita tra l’Italia A e gli England Saxons e devo dire che son rimasto positivamente sorpreso dai nostri.
Per un’ora l’Italia ha tenuto testa agli Inglesi offrendo anche un discreto spettacolo, figlio di buone giocate corali e buone iniziative dei singoli, Orquera, Canavosio, Sepe e Wosawai in particolare.
Dopo un’ora l’anima sprecona e inconsistente dei Saxons è andata via via scemando, complice anche il cambio in mediana con Cipriani e Wigglesworth che han sostituito gli impalpabili Young e Gerarthy, e complice il solito cartellino giallo all’Italia.
Il risultato finale è severo, perchè 31 a 5 è pur sempre un bel divario, però devo dire che almeno ci abbiamo provato e questo fa onore, poi è chiaro che i valori in campo prima o poi affiorano però non è tutto da buttare via quel che si è visto.

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