Rugby break (XXV) – It’s Six Nations time

Il prossimo weekend si aprirà il torneo delle Sei nazioni, vediamo di tastare il polso delle pretendenti.
Comincio dall’Italia: onestamente ritengo che siamo ancora da “wooden spoon”, è vero che abbiamo vinto un test a novembre con Samoa e non abbiamo sfigurato con AllBlacks e Springbocks però bisogna dire che sul piatto della bilancia pesano più i demeriti dei nostri avversari piuttosto che i nostri meriti, inoltre l’assenza di Sergio Parisse si farà sentire in quanto Sergio è l’unico leader by example che attualmente il nostro rugby può permettersi di schierare. Il calendario ci viene un po’ incontro visto che le partite in casa saranno contro le due squadre un po’ meno attrezzate ovvero Scozia e Inghilterra, vero è che un conto è avere un calendario favorevole un conto è vincere le partite; in tutti i casi il 6 febbraio saremo al Croke Park per una mission impossible il cui nome in codice è Irlanda.
Irlanda. L’Irlanda è una delle due favorite per la vittoria finale, può contare su un organico consolidato e su tanto talento giovane; l’ossatura sono i giocatori di Leinster e Munster, entrambe ai quarti di Heineken Cup, e, anche se han perso qualche pezzo importante per strada (Leamy e Fitzgerald), li hanno ben rimpiazzati, certo è che dovranno andare a vincere a Parigi.
Francia. La seconda favorita, forse la favorita principale, ha un organico da paura con talento smisurato e anche forza fisica, garantita da gente come Mathieu Bastareaud, al rientro dopo la vicenda poco chiara della scorsa estate in Nuova Zelanda.
Galles. E’ una mina vagante, son capaci di tutto, di far grandi partite come no; sono una squadra imperniata su Ospreys (anche loro ai quarti di Heineken Cup) e Blues e la prima partita a Twickenham sarà la cartina al tornasole del loro stato di forma. Certo non possono che beneficiare dal rientro di uno come Adam Jones davanti e da Lee Byrne (anche se probabilmente non ci sarà alla prima in quanto deve fronteggiare due settimane di squalifica per la vicenda dei 16 uomini in campo schierati da Ospreys contro Leicester).
Inghilterra. Gli Inglesi sono una vera incognita, la rosa è competitiva anche grazie a innesti di ottimi giocatori come Shontayne Hape e Chris Ashton quello che lascia un po’ pensare è la leadership, manca loro un personaggio carismatico che trascini i compagni e manca loro un po’ di gioco; aver ritrovato Wilkinson al 10 però è garanzia di qualità.
Scozia: E’ una squadra che Andy Robinson sta cercando di plasmare e che ha ottenuto buoni risultati a novembre; non devo scoprire certo io il carattere degli Scozzesi, questi quando hanno la minima possibilità di vincere una partita, indipendentemente da chi han davanti, ci provano fino in fondo, per questo sarà dura batterli a Roma.

Chiudo con un ricordo di un gran giocatore.
Il Sudafrica piange Ruben Kruger, campione del mondo 1995. Ruben è morto in settimana dopo una lunga battaglia contro un cancro che gli era stato diagnosticato nel 2000

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