
Sabato ho avuto il piacere di assistere con mio padre ad una conferenza di Kurt Diemberger; per chi non lo sapesse Kurt è l’unico uomo ancora in vita ad aver scalato in prima assoluta, senza ossigeno e portatori, due ottomila (Nanga Parbat e Broad Peak), ma non è solo questo.
Dal 1956 firma grandi imprese dalle Alpi all’Himalaya, scala pareti di ghiaccio con mezzi impensabili, nel 1959 viola con Wolfgang Stevan la tristemente famosa nord dell’Eiger, nel 1960 conquistò il Dhaulagiri senza l’uso di ossigeno.
Dopo una pausa di 18 anni, dedicati a viaggi avventurosi in giro per il mondo, nel 1978 Diemberger ha ripreso a scalare le montagne più alte della terra.
Nel 1978 infatti ha raggiunto la cima del Makalu (8481 m) ed in autunno quella dell’Everest (8848 m), realizzando il primo film in sonoro sincrono dalla vetta con la famosa spedizione francese. Ha poi salito il Gasherbrum Il (8035 m) ed è ritornato a scalare il Broad Peak, dopo 27 anni! E’ripetutamente andato al K2 e proprio il K2 è stato il teatro di una delle tragedie che lo ha colpito più da vicino. Il 4 agosto 1986, Diemberger e la sua compagna Julie Tullis stanno affrontando il K2. Riescono a raggiungere la sommità, ma ad un’ora gia avanzata. Poco dopo l’inizio della discesa Julie scivola trascinando con sé Diemberger. Fortunatamente riescono a fermarsi ma sono costretti a trascorrere la notte in un bivacco ad oltre 8,000 metri. Il giorno seguente riescono a raggiungere il campo IV dove però sono costretti a rifugiarsi in una tenda con altri sei alpinisti che erano stati sorpresi da una violenta bufera. Il bivacco forzato si rivelerà fatale per Julie, probabilmente deceduta a causa del mal di montagna, e per altri cinque alpinisti del gruppo. Solo Diemberger ed un altro alpinista riusciranno a salvarsi.
Kurt continua a seguire spedizioni e a perseguire la sua carriera parallela di cineasta e conferenziere per appassionare la gente con le sue innumerevoli e coinvolgenti storie di montagna.
Un grande insomma, un uomo che come gli piace ricordare non fa mai per troppo tempo la stessa cosa (o professione), se no la vita diventa scontata!
