Rugby break (XXVII) – Six nations, round 2

Emozionante seconda giornata di Sei nazioni, stavolta anche per merito dell’Italia, ma cominciamo dal sabato e dalla partita del Millennium dove il Galles aveva sete di rivincita e la Scozia voleva confermare i progressi fatti fin qui.
La foga del Galles dura pochi minuti, poi una Scozia stupendamente messa in campo da Robinson prende via via il pallino del gioco. Passano 8 minuti e gran meta di Barckley che sfonda su Hook e Cooper e schiaccia in mezzo ai pali la meta che Paterson, primo scozzese che taglia il traguardo dei 100 caps, trasforma.
Dopo il piazzato per parte, la Scozia segna di nuovo una marcatura pesante con Evans che schiaccia in meta l’ottimo calcetto di un ispiratissimo Parks al termine di un’azione inaugurata dalla stupenda percussione di Beattie.
Il Galles prova a rimettersi in piedi e prova a ritrovarsi attorno al suo classico gioco fatto di pochi passaggi e percussioni decise, però riesce solo ad accorciare col piazzato di Jones in virtù di un’ottima difesa scozzese.
Al 25esimo ancora punti per gli ospiti col piazzato di Parks. La difesa del 15 del cardo tiene bene e concede solo un altro piazzato a Jones e così si arriva al 18 a 9 che segna anche il finale del primo tempo.
Alla ripresa delle ostilità è ancora la Scozia a segnar punti con il piazzato di Parks e a resistere bene in difesa.
Al 56esimo la velocità di Shane Williams fa breccia e permette all’ala di servire Byrne per la prima meta gallese. La Scozia non batte ciglio si riporta nell’avversa metà campo e Parks ristabilisce il break col drop al 65esimo.
Gli ultimi minuti sono drammatici, Galles riverso in attacco e Scozia che perde i pezzi, il grave infortunio di Evans (operato due volte al collo, il 24enne di Glasgow è ormai fuori pericolo) e due gialli (il secondo molto criticato da Godman che ha accusato Byrne di accentuare il contatto) sanciscono la fine del fort Apache degli scozzesi che prendono due mete e un calcio che sanciscono la vittoria finale di 7 per il Galles.
L’amarezza di veder perdere una squadra che per lunghi tratti ha dominato il proprio avversario è grande però purtroppo le partite durano 80 minuti; certo non è la stessa cosa che vincere, però gli Scozzesi hanno dimostrato ancora una volta di essere un’ottima squadra, seppur fiaccati da infortuni e gialli han resistito bene in difesa e hanno dimostrato di avere un ottimo gioco ispirato dai tre B in terza linea. Il Galles ha fatto pochino e deve ringraziare le abilità di Shane Williams se ha potuto festeggiare sabato sera.

La seconda partita del sabato vedeva opposte la Francia e l’Irlanda in quello che si preannunciava il match più atteso e che invece si è dimostrato essere il più deludente.
A Parigi l’Irlanda che ci si aspettava dura 17 minuti allorquando Cian Healy si becca un meritatissimo giallo e da quel momento, per lunghi tratti, c’è una sola squadra in campo: la Francia. Proprio prima del rientro di Healy è Servat a segnare la meta francese dopo la punizione di Parra; l’Irlanda prova a reagire ma segna solo con O’Gara il piazzato del -7.
Dopo 31 minuti, è ancora la Francia ad andare in meta, grazie alla meta di punizione accordata dall’arbitro; sul finire del tempo l’Irlanda sembra avere un sussulto ma pasticcia a pochi metri dalla meta e svanisce così la possibilità di portarsi sotto in finale di tempo.
Nel secondo tempo cala la notte sui verdi, visibilmente in confusione perdono continuamente possessi e O’Gara ci mette del suo giocando malissimo anche sul piano tattico.
Al 60esimo Irish difendono troppo morbidi e Poitrenaud segna ancora per i suoi ben liberato da Bastareaud, dopo pochi minuti gli Irlandesi gettano via l’ennesimo possesso consegnandolo in mano a Parra che non ci pensa su due volte e caccia il drop da 40 metri.
Bisogna aspettare 63 minuti per vedere un’azione decente degli ospiti che finalmente sbloccano un po’ il loro tabellino con la meta di Wallace però è un semplice fuoco di paglia spento anche dagli ultimi piazzati di Parra che fissano il risultato sul 33 a 10 finale.
La Francia ha giocato alla grande con Trin-duc sempre più a suo agio in cabina di regia e Harinordoquy immarcabile; la lezione inflitta agli Irlandesi è di quelle che fan male proprio per come è maturata, al di là del risultato, è stata proprio una lezione di gioco, sia in attacco sia in difesa.

E veniamo all’Italia, finalmente dopo tanto tanto e ancora tanto grigiore, domenica a Roma abbiamo visto qualche bagliore che ci ha regalato emozioni.
La cronaca della partita è piuttosto scarna, nel primo tempo approfittiamo della indisciplina inglese per portarci addiritttura sul 6 a 3 ma al 40esimo il gran buco di Flutley con buon sostegno ci costringe al fallo che Wilkinson, in giornata pessima dalla piazzola, trasforma in punti. 6 a 6 al riposo.
Nel secondo tempo dopo 5 minuti, Monye prende un po’ nel sonno Masi, innesca la volata sulla linea di touche, libera Armitage che fa da sponda per Tait che segna quasi in mezzo ai pali, Wilko sbaglia CLAMOROSAMENTE.
Al 58esimo arriva puntuale il giallo all’Italia, il fallo di Castrogiovanni ci costa sia l’uomo in meno sia i 3 punti del break; stavolta però la storia è un po’ diversa: gli inglesi spariscono e l’Italia prende coraggio anche con l’uomo in meno e nel giro di 6 minuti MIrco ci porta sotto fino al 14 a 12.
A 5 minuti dalla fine il killer istinct dell’apertura inglese gela un po’ le nostre speranze col drop del 17 a 12 che sarà anche il risultato finale.
Che dire stavolta l’Italia ci ha regalato emozioni, sarà che l’ingresso di Bortolami ci ha dato un po’ più di stabilità in touche, sarà soprattutto il ritorno di uno come Masi che, al di là dell’errore sulla loro meta, ha un gran fisico e buone doti di attaccante/sfondatore, sarà una delle peggiori squadre inglesi di sempre, sarà quel che sarà ma a momenti facciamo lo sgambetto al XV della rosa e non avremmo rubato niente.
Gli Inglesi mi hanno impressionato in negativo, passi la giornata storta di Wilkinson che ci può anche stare, ma quanti falli e quanta indisciplina; per carità in difesa placcano più di noi, ma in attacco veramente nulli.


Concludo con due parole sull’incontro di venerdì sera tra l’Italia U20 e i pari età inglesi. Non si può certo dire che sia stata una partita entusiasmante dal punto di vista del gioco, ma qualche emozione non è mancata visto anche il risultato di 16 a 10 finale per gli Inglesi.
Ospiti decisamente svogliati, forse son scesi in campo con la convinzione di vincere facile, noi invece imprecisi dalla piazzola, ed erano punti importanti, e poco coraggiosi in attacco. Encomiabili le difese, quella italiana in particolar modo.

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