5 cose che mi son rimaste di Benetton-Zebre

Edoardo Padovani, la possibile apertura del futuro
Edoardo Padovani, la possibile apertura del futuro

Una cosa è certa: BenettonZebre, derby di Guinness PRO 12 di sabato scorso, è stata una delle partite più brutte a cui ho assistito da un po’ di tempo a questa parte: noiosa, frastagliata, piena di errori. Anche da una partita brutta però si può ricavare qualcosa, queste sono 5 considerazioni che mi sento di fare:

1) Chi sbaglia paga: due calci fattibilissimi mancati, una marcata superiorità in mischia chiusa, una vita in superiorità numerica, se perdi, in primis, è tanto demerito tuo prima che merito degli altri.

2) Lamentarsi con gli arbitri non serve a niente: ritengo che Cavinato sia un buon allenatore, è innegabile che in questi due anni le Zebre abbiano fatto dei progressi anche per merito suo, ma sono altresì convinto che snocciolare teorie di complotti arbitrali in ogni conferenza stampa di fine partita sia solo nocivo alla sua reputazione, già per altro compromessa da non proprio edificanti episodi nel passato.

3) Edoardo Padovani è un ottimo giocatore: può essere il numero 10 dell’Italia del futuro, anzi deve esserlo, bisogna però avere il coraggio di dargli una possibilità sin da subito, già magari dal prossimo 6 Nazioni; ah Edo, in campo, mostraci un po’ di grinta però!

4) Treviso ha un problema: onore alla prestazione della Benetton che ha portato a casa due vittorie fondamentali per la stagione e per il morale, però è sotto gli occhi di tutti la difficoltà cronica in mischia chiusa; è arrivato uno scozzese del 94 per giocare a destra, a sinistra gioca Matteo Zanusso che è un 93, e sono ragazzi che ce la mettono sempre tutta e che bisogna solo apprezzare per l’impegno e la buona volontà, però i problemi restano. Vedremo se l’arrivo di Manuel Ferrari servirà a colmare la lacuna e il banco di prova ci sarà già domenica contro Ulster.

5) Simone Favaro è un fenomeno: al di là che abbia preso il Man of the Match sabato, è un giocatore veramente in un periodo di grazia, in difesa è un cecchino, un colpo uno per terra, e anche in attacco si dà da fare. Insomma una certezza per l’Italrugby

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