rugby break (XXXVIII) – Saturday’s finals II

Seconda parte del Saturday’s finals dedicato al Super 14, la massima competizione per province dell’emisfero sud che si appresta a diventare super 15 con l’arrivo dei Melbourne Rebels.
In finale, a Soweto, si son sfidati i mattatori delle ultime edizioni, i Bulls, contro dei ritrovati Stormers; l’inizio della compagine di Cape town non è dei migliori e, in 25 minuti, subiscono tre calci di Mornè Steyn e la gran meta di Francois Hougard che, bucata la prima linea di difesa, si fuma Joe Pietersen e plana in mezzo ai pali.
Stormers di rabbia alla mezzora, costringono i Bulls al fallo e Grant cancella lo zero dal punteggio per i suoi, ma è 16 a 3; i restanti 10 minuti scivolano via con le squadre che ricaricano le pile.
Al minuto 53 la partita sembra riaprirsi con la solita meta di rapina di Habana che fa la spia in mezzo alla superiorità Bulls, intercetta la palla e segna in mezzo ai pali.
Dal 60esimo la superiorità in chiusa della franchigia di Pretoria si fa disarmante, Stromers che cedono e Steyn che riallunga il divario e in 15 minuti porta i suoi sul 25 a 10.
Al minuto 77 si registra il sussulto Stormers con la meta di Francois Louw, ma ormai è tardi e i Bulls sono meritatamente campioni per la seconda volta consecutiva e per la terza volta in 4 anni.
Il torneo di quest’anno ha sentenziato, senza appelli, la superiorità, la concretezza e la fisicità del rugby sudafricano; un po’ in difficoltà il rugby neozelandese che apparentemente sta pensando alla crescita dei propri giovani e qualche risultato lo si è visto perchè gente come Israel Dagg o Zac Guildford (entrambi dell’88) han dimostrato di essere già pronti per fare la differenza a qualsiasi livello. Spendo volentieri una parola per il rugby australiano che ha visto la consacrazione di talenti infiniti come Quade Cooper, Will Genia e anche perchè no Kurtley Beale.
Sarà ora il Tri Nations, preceduto dall’antipasto dei tour delle squadre europee nell’emisfero sud, a confermare o ribaltare i giudizi

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