Arrivo un po’ in ritardo ma arrivo! Ecco le mie considerazioni per il turno 4 che anticipa l’ultima giornata.
Cominciamo da Irlanda-Galles: all’inizio la partita è piacevole e fino al minuto 25 Sexton e Jones si danno battaglia dalla piazzola non senza qualche errore.
Al minuto 25 la prima svolta della partita: troppo evidente il fallo professionale di Byrne che si merita il giallo; l’Irlanda ne approfitta e due minuti dopo è in meta con Earls dopo un calcio giocato rapidamente.
Galles cotto e al 31esimo un ispiratissimo O’Leary infila una distratta difesa gallese e plana di nuovo in meta.
A tre dalla fine i dragoni provano ad alzare un po’ la testa e Jones accorcia un po’ il divario: è 16 a 6 all’intervallo.
Al rientro in campo il Galles prova a riaprire la partita cercando di ritrovarsi attorno alla mischia ordinata e alle percussioni di Roberts ma gli Irlandesi non mollano neanche quando sono arroccati nei propri 5 metri.
E’ ancora Byrne, al minuto 50, a rendersi protagonista di un’altra leggerezza che potrebbe costargli il secondo giallo, l’arbitro lo grazia ma Sexton allarga il divario dalla piazzola.
Dopo 4 minuti Jones riporta di nuovo il divario a 10 punti ma è l’Irlanda a destare positive impressioni difendendo ottimamente e al minuto 60 è ancora O’Leary ad attaccare splendidamente la linea del vantaggio da touche e a liberare Earls per la doppietta di giornata.
E’ solo Jones a segnare per i suoi e a dare false speranza ai suoi che faticano contro un’ottima Irlanda.
Prima della fine c’è da segnalare ancora Wallace che ispira i suoi e il drop di Sexton per il 27 a 12 finale.
La partita non ha avuto storia, troppo forte l’Irlanda per questo Galles orfano dei mediani di mischia più forti, di Ryan Jones, di AW Jones e di qualche uomo chiave in prima linea. Le brutte notizie son tutte per l’Italia perchè al millennium tutta questa gente ci sarà; ci sarà anche Tom Prydie che esordirà a 18 anni e 27 giorni, il più giovane tra i suoi connazionali a meritare il primo cap. L’Irlanda dal canto suo gioca bene e si annuncia come favorita per la conquista della triple crown contro la Scozia in virtù anche del recupero di un uomo chiave come Gordon D’Arcy.
Nella seconda partita del sabato, a Edimburgo, è andatra di scena la 127esima edizione del derby più antico della storia dello sport: quello tra Scozia e Inghilterra.
Purtroppo la partità resterà negli annali solo per essere stata solo la 18esima volta che le due squadre si son divise l’onore delle armi, visto che, soprattutto il secondo tempo, è stato avaro di emozioni e bel gioco.
Nel primo tempo ci prova quasi solo la Scozia con Beattie e Morrison, però il risultato si sblocca solo in virtù dei piazzati di Parks, al cinquantesimo cap, e Wilkinson, che diventerà anche point leader nella storia del torneo.
Il primo tempo si conclude in parità mentre il secondo di apre con gli infortuni di Monye e Brown che fanno da preambolo all’ingresso in campo di Ben Youngs uno dei 9 più talentuosi in circolazione.
Il Leit motiv non cambia, gli Inglesi non riescono a segnare la meta e lo score è un alternarsi di piazzati fino al 15 a 15 finale.
Che dire, la Scozia fa quello che può con gli effettivi che riesce a schierare, il lavoro portato avanti da Robinson si vede ma il materiale umano è quello che è. Gli Inglesi invece soffrono del problema opposto: ottimo e abbondante materiale umano, scarso gioco. Alla vigilia del match con la Francia il XV della rosa perde anche la leadership di Bortwick, Moody viene insignito dei gradi di capitano, mentre ci sarà il debutto di Ben Foden al 15 dal primo minuto.
La partita che chiude il turno è quella che ha visto l’Italia giocare a Parigi con la Francia. Era in preventivo che le nostre sorti fossero più in mano alle male grazie dei nostri avversari, certo è che una partita così mediocre non ce la si aspettava.
Già dopo pochi minuti palesiamo allarmanti difficoltà in difesa, prima ci dimentichiamo di difendere dalla chiusa e poi attorno ai raggruppamenti: risultato un punto al minuto e al decimo siamo già 10 a 0.
Al minuto 14 il giallo di Garcia non ci aiuta di certo (secondo cartellino nel torneo per lui) e dopo tre minuti i Francesi ci puniscono ancora con Marty che sfrutta una incomprensibile difesa italiana.
Passano meno di dieci minuti e Poitrenaud prende nel sonno i nostri e innesca un contrattacco dai 22, palla a Harinordoqui che libera Marty per la terza meta.
Italia in confusione anche in touche e fatica a trovare gioco e punti, gli unici arriveranno dal piede di Mirco a 5 dalla fine.
Il secondo tempo si apre ancora con punti francesi realizzati da Parra dalla piazzola a cui risponde nel giro di pochi minuti Mirco.
Non passano neanche 10 minuti che Andreau bagna l’esordio con la meta dopo ottime giocate da manuale francesi. Ed è ancora Andreau a bucare l’allegra difesa italiana in mezzo ai centri e a liberare Jauzion per la meta.
La debacle è alle porte: 60esimo, Malzieu sfrutta i placcaggi mancati degli azzurri e libera con l’offload Lapandry per l’ennesima meta.
Le uniche note positive per noi vengono dai lampi di Paul Derbyshire che prima libera Del Fava per la meta e poi ispira dei buoni contrattacchi.
A 7 dalla fine la Francia è già in spogliatoio e Canavosio sfrutta l’occasione per segnare la meta che ammorbidisce un po’ il punteggio.
Che ci fosse ben poco da fare con questa Francia lo si sapeva fin dall’inizio, certo è che se ci metti poca aggressività in difesa loro vanno a nozze. Mi limito a fare una considerazione: lo stimolo per far bene deriva nativamente dalla competizione interna, se questa viene a mancare gli stimoli si affievoliscono; ora mandare in campo Derbyshire a 20 minuti dalla fine e Bocchino a 10 onestamente non so a cosa serva, se non son pronti non lo si saprà mai se non li metti in campo dall’inizio.