Montanelli e il cavaliere – Marco Travaglio

Il 22 luglio di 8 anni fa moriva Indro Montanelli, un uomo straordinario prima e un giornalista sublime poi. Il libro di Marco Travaglio, suo collega prima a “il Giornale” e poi a “la Voce”, esalta questa figura leggendaria attraverso il resoconto del periodo che ha legato Montanelli a Berlusconi.
Il rapporto ha praticamente inizio quando Montanelli viene ferito in un attentato e, piantonato in ospedale, riceve la visita di un giovanissimo Berlusconi che si ripropone di aiutarlo acquistandogli quote de “il Giornale”; il feeling tra il Montanelli direttore di testata e Berlusconi editore prosegue attarverso i fatti che hanno fatto la storia degli anni ’80, comincia a incrinarsi solo quando emerge prepontentemente al potere la figura di Craxi.
Berlusconi mette in atto alcuni flebili tentativi di ammorbidire il suo direttore che nei suoi articoli non certo gliela risparmiava al leader socialista. Niente di che fino al 1994, data in cui il cavaliere decide di scendere in campo in politica a causa della situazioni disastrosa dal punto di vista economico delle sue aziende e per la paura (da lui stesso confermata) di poter essere arrestato per degli scandali di tangenti.
Berlusconi si convince che “il Giornale” debba diventare l’organo che esalta le sue imprese politiche e non, ma Montanelli non ci sta e oppone una ferma resistenza, resistenza che viene però sempre più incrinata dalle azioni dell’editore (o presunto tale visto che per la legge Mammì l’editore era il fratello di Silvio); quando però Berlusconi fa letteralmente irruzione in un CDA mettendo a nudo quelli che erano i suoi malcelati propositi di egemonia sul quotidiano, Montanelli decide di dire basta e abbandona il giornale da lui fondato; più tardi vedendo la mutazione de “il Giornale” Montanelli dichiarerà che è come avere un figlio drogato di cui non si vuol più sentir parlare.
Comincia così l’avventura de “la Voce” che durerà però poco perchè in Italia gli organi di stampa indipendenti che raccontano i fatti per quello che sono hanno vita breve; per quanto poco però Montanelli e i suoi giornalisti riescono a mettere in luce i pericoli del “regime” berlusconiano ed ad anticipare ciò che puntualmente anni più tardi sarebbe accaduto; facendo ciò però si attirano le angherie a 360 gradi della scena politica italiana ma soprattutto quelle degli “sgherri” di Berlusconi che tentano di umiliare il decano del giornalismo italiano in tutti i modi persino pubblicamente.
Montanelli prosegue però per la sua strada non curandosi minimamente delle offese e prosegue nel suo lavoro di cronista dei fatti soprattutto attraverso “la Stanza” de “il Corriere della Sera” fino alla morte avvenuta nel 2001.
Il lavoro di Travaglio è un bellissimo saggio che, raccontando di un maestro di giornalismo, ripercorre 15-20 anni della storia italiana concentrandosi sui rapporti tra informazione e potere politico-economico ed esaltando virtù come la libertà di stampa e l’autonomia del giudizio.
Quest’ultima edizione è arricchita da un prologo che corregge le distorsioni sulla biografia di Montanelli apportate da certi storici o presunti tali operate dopo la sua scomparsa.

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