Sei Nazioni: ultimo atto

Domani va in scena l’ultimo atto del torneo delle 6 nazioni; l’edizione di quest’anno è stata un po’ sottotono, vuoi per il profondo rinnovamento a cui sono andate in contro squadre come Francia e Inghilterra vuoi perchè le franchigie europee hanno faticato più del dovuto ad adattarsi alle innovazioni reolamentari del nostro sport degli ultimi anni, cosa che invece non è accaduta alle squadre dell’emisfero sud che, pur dovendo far fronte ad una emorragia di giocatori verso il vecchio continente, sfoderano talento e capacità di adattamento a spron battuto.
Per quello che ci riguarda è stato sicuramente uno dei tornei più negativi degli ultimi anni, una meta e solo 41 punti segnati in quattro partite, e una palese difficoltà nel costruire un gioco che potesse mettere in difficoltà i nostri avversari. Domani è un bel banco di prova perchè al Flaminio arriva una Francia capace di alternare ottime prove come quella contro il Galles a debacle colassali come quella di Twickenhan; sarà sicuramante dura però è una buona occasione per provare a vincere contro questa Francia. La mia previsione resta Francia di 5.
Il match tra Inghilterra e Scozia assume significato solo se si pensa alla Calcutta Cup, uno dei più antichi trofei del rugby; la coppa viene assegnata ogni anno dal 1878 e gli inglesi faranno di tutto per riprendersela visto che l’ultimo vincitore sono stati proprio gli scozzesi che l’anno scorso hanno vinto 15-9. Inghilterra di 15 è la mia previsione.
L’ultimo match invece è quello più importante, a Cardiff si decide il torneo; gli irlandesi lottano per la storia e per quel Grand Slam lontano dal 1948 e i gallesi per ribaltare il pronostico e vincere nuovamente il 6 nazioni. Tutti i bookmakers, compresi quelli irlandesi danno il Galles favorito, io dico Irlanda di 5.
In ultimo vorrei aggiungere il link per votare il miglior giocatore del torneo, http://www.rbs6nations.com/it/fanspoll.php io penso che il titolo debba andare a Sergio Parisse, non perchè è italiano bensì perchè ha dimostrato di essere uno straordinario giocatore, in grado da solo o quasi di tenere alto il nome della nostra nazionale e dimostrando in campo di essere un vero ambasciatore del nostro sport

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