Confesso che in un primo momento l’idea di entrare a far parte del torneo denominato Magners League mi era piaciuta, poi però riflettendoci un attimo ho pensato alle conseguenze che può avere per il nostro movimento un passo così grande.
Innanzitutto dico due parole sul significato che ha la Magners League.
Il torneo nasce come Celtic League (in irlandese: An Sraith Ceilteach, in gallese: Y Cynghrair Celtaidd) ed è organizzato ad oggi per le selezioni gallesi, irlandesi e scozzesi (Cardiff Blues, Connacht, Edinburgh, Glasgow Warriors , Leinster, Llanelli Scarlets, Munster, Newport Gwent Dragons, Ospreys, Ulster) che, trovandosi spiazzate dall’avvento del professionismo, han dovuto correre ai ripari per tamponare l’emorragia di talenti attirati dai lauti guadagni di campionati importanti quali quello inglese e francese. L’idea è stata buona a tal punto che il Galles è la miglior squadra che ci sia attualmente in Europa, l’Iralnda da del filo da torcere a chiunque e la Scozia, pur avendo grosse difficoltà economiche, riesce a stare in linea di galleggiamento. E’ chiaro che la creazione di tale torneo non ha cancellato il background culturale delle piccole realtà che fungono da fondamenta al movimento.
Ora l’Italia in Magners League come ci andrà? Boh chi lo sa; la federazione si limita a dichiarare che ci saranno almento due formazioni e che una sede di gioco sarà sicuramente Roma. Ok ma il resto? Che ne sarà del campionato? Che ne sarà di realtà come Parma, Calvisano, Viadana, Rovigo….Aggiungo, si riuscirà nell’intento di far rientrare i giocatori di interesse per la nazionale che giocano all’estero? O stiamo cercando di chiudere la stalla quando i buoi se ne sono già andati da un pezzo? Di più, si riusciranno a trovare degli sponsor adeguati all’impegno?
Sicuramente bisogna dare una scossa al nostro movimento che, dopo essere entrato nel 6 Nazioni, sembra in perenne letargo, sempre lì lì per svegliarsi e invece sono solo deboli sussulti; il nostro campionato così com’è fa pena, certo non si anela ai livelli di quello inglese (ah a proposito, mi sono goduto un 26-26 tra Harlequins e Leicester che si è giocato a Twickenam davati a 50.000 persone…si si ci son 4 zeri) però erano anni che non vedevo un primo tempo finire 0-0 (il derby di Parma). Ribadisco ciò che ho più volte detto, troppa zavorra sottoforma di stranieri inutili, se si devono prendere 68 punti dagli Ospreys è meglio prenderli con 13-14-15 italiani in campo, almeno si fa una figura migliore.
Concludo dicendo che secondo me la federazione sta cerando di costruire un bel palazzo, però, purtroppo, questo palazzo ha le fondamenta di una palaffitta, ergo è destinato a crollare al primo refolo di vento.
Io invece sono fiducioso: qualcosa andava fatto e anche se il rischio di rompere tutto c’è, non credo ci fossero molte alternative.
Speriamo nelle franchigie (Dogi) e soprattutto di vedere così del gran rugby.
A proposito, da quando non lavoriamo più assieme, non so più da chi farmi registrare le partite 🙂 Un saluto