Primo match dell’ultimo Tri Nations (il prossimo anno arriva anche l’Argentina) ed è subito riscatto australiano dopo l’infelice performance contro Samoa.
Dopo 8 minuti di rugby non certo esaltante, la luce l’accende, mi verrebbe da dire come al solito, Quade Cooper che riceve una palla dentro ai suoi 22, manda al bar un paio di avversari fingendo di calciare, esplora un buco e serve nella corsa Beale che a sua volta imbecca O’Connor, veloce raggruppamento, nuova sventagliata, ovale nelle sapienti mani di Elson che libera Alexander per la meta.
Neanche il tempo di riprendere il gioco e stavolta è Genia ad inventarsi un buco dalla chiusa, grazie anche ad una timida difesa avversaria; il mediano vola per una trentina di metri, fissa Pienaar liberando Ioane che si fuma in scioltezza prima Aplon e poi l’inguardabile rientro di Mornè Steyn, O’Connor stavolta è preciso e fa 12 a 0 al decimo minuto.
Gli Springbocks provano a rientrare in partita ma i loro attacchi si infrangono su di una asfissiante difesa Aussie. E’ solo al 29esimo e grazie sempre all’educato piede di Steyn che i Sudafricani sbloccano il loro score, 12 a 3 alla mezzora.
Ultimi 10 minuti con un piazzato per parte di O’Connor e Steyn che servono a fissare il risultato del primo tempo sul 15 a 6.
Pronti via nel secondo tempo, Australia in attacco, Cooper esplora un’imbarazzante difesa Springbocks e libera O’Connor che schiaccia in meta prima e trasforma poi il 22 a 6.
47esimo minuto e altra meta dei padroni di casa: Moore è abilissimo ad infilarsi in un buco tra i trequarti ospiti ed è ancora più bravo con l’inside step a liberarsi di Aplon e a segnare in mezzo ai pali, O’Connor non può sbagliare la trasformazione del 29 a 6.
Il Sud Africa soffre anche in chiusa e concede il penalty che O’Connor manda a bersaglio, 32 a 6 a mezzora dalla fine.
Gli Springbocks ci provano ma combinano disastri, come quello di Pienaar, che serve involontariamente McCabe, che innesca il contropiede Aussie fatto da ottime mani che fanno giungere il pallone ad Ashley-Cooper, Mornè Steyn non placca mai e l’outside center è in meta; gran trasformazione di O’Connor dall’angolo ed è 39 a 6.
Prima dell’ultimo quarto entra Patrick Lambie, 20 anni, e da un po’ di brio ai suoi che riescono finalmente a segnare la prima meta con Ralepelle; lo stesso Lambie trasfroma per il 39 a 13.
Gli ospiti continuano a provarci ma non riescono a sfondare per merito di una gran difesa australiana che cede solo negli ultimi minuti allo sfondamento di capitan Smit che segna in mezzo ai pali e rende meno amaro il divario nel punteggio.
Che non ci si potesse aspettarsi tanto dagli Springbocks era abbastanza chiaro dalla lettura della loro formazione diramata in settimana certo che così male fa un po’ pensare, soprattutto in difesa. Australia invece molto ben ispirata da gente con grandissimo talento a partire da Genia, passando per Cooper e Beale e perchè no anche per quel McCabe che intanto mette in seria discussione il posto di Giteau e poi con quel fisicone da quella concretezza e “ignoranza” che serve sempre.
Australia: 15 Kurtley Beale, 14 James O’Connor, 13 Adam Ashley-Cooper, 12 Pat McCabe, 11 Digby Ioane, 10 Quade Cooper, 9 Will Genia, 8 Ben McCalman, 7 David Pocock, 6 Rocky Elsom (c), 5 James Horwill, 4 Rob Simmons, 3 Ben Alexander, 2 Stephen Moore, 1 Sekope Kepu.
Replacements: 16 Saia Fainga’a, 17 Pekahou Cowan, 18 Nathan Sharpe, 19 Matt Hodgson, 20 Scott Higginbotham, 21 Nick Phipps, 22 Anthony Fainga’a.
South Africa: 15 Gio Aplon, 14 Bjorn Basson, 13 Juan de Jongh, 12 Wynand Olivier, 11 Lwazi Mvovo, 10 Morné Steyn, 9 Ruan Pienaar, 8 Ashley Johnson, 7 Danie Rossouw, 6 Deon Stegmann, 5 Alistair Hargreaves, 4 Flip van der Merwe, 3 Werner Kruger, 2 John Smit (c), 1 Dean Greyling
Replacements: 16 Chiliboy Ralepelle, 17 CJ van der Linde, 18 Ryan Kankowski , 19 Jean Deysel, 20 Charl McLeod, 21 Adrian Jacobs, 22 Patrick Lambie.
Referee: Chris Pollock (New Zealand)



