Mondiali 2015 e 2019 L’italia non ci va neanche vicino all’assegnazione delle due prossime edizioni dei mondiali e un po’ c’era da aspettarselo; quella del 2015 andrà all’Inghilterra mentre quella del 2019 andrà addirittura al Giappone, tradizione e business quindi!
Tri nations Comincio con l’elogiare gli Sprinbocks per essere riusciti a vincere due test consecutivamente con gli AllBlacks e negli ultimi anni non è certamente cosa da poco; ancorati alle certezze del gioco tattico e fisico, i sudafricani hanno imbrigliato nella loro rete dei neozelandesi apparsi un po’ troppo a corto di buone idee. Gli Sprinbocks dal canto loro le idee le avevano ben chiare anche perchè il loro è un canovaccio ben collaudato.
Dal primo test emerge la disarmante superiorità sudafricana nelle rimesse laterali, certo Hore ci mette anche del suo, ma lì negli allineamenti paralleli Matfield e Botha la fanno da padroni; la cavalleria pesante capitanata da un Pierre Spies monumentale fa il resto annichilendo più e più volte gli AllBlacks. AllBlacks che dal canto loro sembrano aver perso un po’ la bussola nonostante il rientro a pieno regime di Richie McCaw; manca loro quella cattiveria e quella foga che li ha sempre animati ma poi soprattutto è mancato loro qualche buona mossa per mettere in difficoltà gli avversari.
Solo Conrad Smith nel primo test prova ad accendere la luce esplorando quel Mornè Steyn che è un fenomeno dalla piazzola ma non troppo nel placcaggio.
Ed è proprio Mornè Steyn a guadagnarsi il cap dall’inizio nel secondo test in virtù anche del fatto che è il giocatore attuale che incarna appieno le caratteristiche dell’apertura sudafricana: gioca lontano dalla linea del vantaggio perchè per credo preferisce il gioco tattico, placca poco ma soprattutto è un cecchino insostituibile e non è un caso se proprio nel secondo test centra il record dei punti in una partita del Tri nations con 31. A proposito di record cito anche quello di John Smith, 60 volte capitano verde-oro, mai nessuno come lui, nè George Gregan nè Will Carling, e li davanti lui si fa sentire.
Dei Neozelandesi c’è poco da dire, certo è che è lampante che qualcuno di loro sta giocando poco da AllBlacks, ad esempio Sivivatu, ottimo nelle accelerazioni ma imbarazzante che ad ogni contatto perda la palla e soprattutto che non prenda una palla al volo che sia una; Donald è un altro che sta giocando un po’ sotto al suo livello, chiaro che è difficile giocare quando il tuo pacchetto è in difficoltà però è anche vero che sei il 10 degli AllBlacks; mi ha deluso anche Leonard a 9, al di là delle due introduzioni consecutive storte che si è fatto fischiare da Roland, non è riuscito ad incidere più di tanto nel primo test così come non ha inciso Cowan nel secondo; So’oialo è un altro che fatica a ritornare ai livelli suoi abituali.
All’orizzonte si prospetta il rientro di Dan Carter che a detta del suo allenatore a Cristchurch è pronto per il rientro, vedremo se sarà la chiave per dare una scossa a questi AllBlacks mai così male da un po’ di tempo a sta parte.