Sei Nazioni: terza giornata

Senza essere troppo fatalisti possiamo tranquillamente dire che il Sei Nazioni dell’Italia finora è stato un disastro, un disastro peraltro tristemente preannunciato dal sottoscritto appena dopo aver visto l’esito dei test dello scorso novembre.
Senza voler dare la croce addosso a nessuno e con poche pretese cerco di fare un checkup della nostra nazionale. Comincio dalla mischia, un tempo il nostro punto di forza, ora invece uno dei tanti punti deboli, prendiamo una marea di calci contro, secondo me soprattutto perchè giochiamo sempre con gli stessi effettivi (Perugini e Castro in primis) e gli avversari ci hanno preso le misure.
Gioco aperto: non esiste un piano di gioco, fino all’anno scorso mascheravamo bene le nostre lacune appendendoci alle rolling maul, quest’anno le regole son cambiate e come al solito siamo gli ultimi a saperci adattare. Il super 14, il campionato che tra i primi beneficia delle nuove regole e a cui bisognerebbe sempre buttare un occhio per carpire qualche piano di gioco, ci avrebbe dovuto insegnare che insistere sull’asse di una penetrazione profonda o il pick and go sono degli ottimi viatici per mettere in difficoltà le difese e colpirle poi con il gioco al largo. Certo per fare ciò bisogna anche avere gli uomini giusti e non solo Parisse.
Trequarti, un disastro, totalmente incapaci di leggere le situazioni, in tre partite abbiamo aperto una palla e concesso 60 metri di intercetto a Bowe; mai una giocata con l’ala chiusa, Pratichetti fa la muffa dalla chiusa e l’unica nota positiva sono gli esordi di Bacchetti e Rubini, speriamo di rivederli.
Gli altri: la Scozia fa diligentemente il suo compito, come spesso le accade, sanno giocare e zitti zitti ci cacciano trenta punti.
La Francia dimostra di essere la squadra del futuro (Parra 88, Trinh-Duc 86, Medard 86, Bastareaud 88 e 110 kg di centro e altri) in casa non mollano mai e approfittano di un Galles un po’ troppo falloso soprattutto dentro i 22 avversari.
L’Irlanda piega l’Inghilterra ben più nettamente di quanto dica il misero punto di scarto; i verdi vincono e convincono anche senza O’Gara in evidente serata negativa e sfruttano le pecche degli inglesi che tentano di mascherare dietro il vittimismo la loro poca disciplina.
Mancano ancora due partite ma per noi è notte fonda, per gli altri invece tutti i giochi restano aperti.

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